"...forse Driller è la cosa più stupida che potevamo creare per parlare di devastazione ambientale, ma allo stesso tempo la più coerente e reale, lo spazio alle interpretazioni è minimo anche se fondamentale 1+1=2."
Installazione in marmo, legno, cinghie, qr code e sex machine.
Immagini concesse gentilmente da Manuel Marra
Estratto video concesso gentilmente da Valentina Antonicelli
Un bivacco alpino fa parte di uno stile. Di un tipo di stile di vivere le montagne. E' una stazione intermedia sempre aperta che ti permette di riprendere fiato per continuare la salita, dormire, o di ripararti temporaneamente dal meteo infame. S'intenda che il bivacco non è necessario alla montagna, ci sono mille altri stili per salire/attraversare/sopravvivere in montagna, ma fa parte dello stile che prevede che nel fare una traversata di più giorni in montagna senza doversi accampare con la tenda tu ti butti a dormire e a ristorarti in un bivacco, stile derivato dai pastori nomadi che da millenni attraversano con le loro greggi le montagne del mondo e che col tempo hanno predisposto ripari fissi in luoghi strategici, è una comodità aggiuntiva, un luogo sempre aperto a tutti da rispettare per la sua funzione logistica e a volte vitale. E' uno stile che prevede il bivacco come campo base di più giorni per salire le cime vicine. I bivacchi non vengono messi a caso. Sì incontrano sui crocevia, se possibile vicini a fonti d'acqua, ben visibili, nei passaggi chiave sotto ad una cresta, lontani dai luoghi dove la montagna scarica detriti o valanghe, muniti del minimo vitale per non dovere tornare a valle, per non dover rinunciare alla libertà data dalla montagna. E poi c'è un bivacco alpino portato a Venezia, città crocevia di mercati internazionali di un'epoca ormai andata, città di mitiche biennali d'arte,città di mare, città dei caffè a 10 Euro e allo stesso tempo luogo stravolto dal turismo di massa, luogo dove l'hastag "enjoy respect Venezia" è diventato un brand lanciato dal comune oltre che ad un tentativo di salvarla ma allo stesso una grossa nave da crociera che attraversa il Canale ne svuota il significato potente che assumeva. Venezia non dorme, avrà bisogno di soste? Avrà bisogno di uno stile particolare derivante dalla montagna per ripensare il suo rapporto uomo-città/uomo-mare? Eradicato dal suo contesto montano il bivacco diviene a Venezia rifugio per artisti, o meglio, per opere di artisti Sud-Tirolesi che hanno eletto, con una felice intuizione, il bivacco a simbolo transfrontaliero di pace, a cento anni dal patto di Saint-Germain che decise che sulla carta, i Sud-Tirolesi, e non solo loro, non sarebbero più stati Tirolesi. "...rifugio sempre aperto, come luogo d'incontro, di interazione, di contaminazione culturale...", tutte parole vere, nei bivacchi si fanno spesso meravigliosi incontri inaspettati, con gente di mezzo mondo che come te condivide la passione per la montagna "vera", quella che puzza di sudore. Ma in questo caso si condivide arte, non' c'è solo contenitore ma anche uno speciale contenuto, un vero lusso per un bivacco, ed è venuto da lassù. Ma come si sposa questo angusto luogo di felicità temporanea, d'interazione altra, con un contesto nuovo? Con le regole della città? Come si confronta un microcosmo che ospita abitualmente un turismo di nicchia attento a ciò che lo circonda con un macrocosmo che ospita un turismo di massa spesso poco attento al tutto? Riuscirà a trascendere la sua funzione di rifugio per montanari e divenire altro? Diventerà solo un contenitore d'arte? E sotto quali nuove forme? Riuscirà la montagna ad incontrare la città? Riuscirà la montagna a cambiare i dettami della città o sarà un nuovo scontro? Un nuovo diaframma? Una nuova censura? Il progetto sull'isola Veneziana di San Servolo sarà il nuovo Saint-Germain dell'arte sudtirolese? Un' anschluss ad uno stile diverso, a regole diverse?
Come ridisegnare l'immaginario collettivo del Trenino? hem hem del Trentino? come assecondare i turisti ma allo stesso tempo far loro capire che quello che stanno vivendo spesso è un feticcio, una Gardaland creata specificatamente per loro? Perché siamo costretti a farlo? no dai, veramente...perché? Come crescere con il mito del contadino duro e puro che però innaffia le sue mele della "Bassa" con i veleni, semina le prugne di Drò cinesi e vende gli agnelli ai mussulmani e poi vota Lega? Come farsi sedurre dalle montagne più belle del mondo che però non sono così ospitali come vogliono farci credere? Come credere di credersi e far credere ai creduloni di essere i migliori...in tutto? bè in parte lo siamo dai :). Come ci prepariamo, in termini culturali ed antropologici, e successivamente turistici, al cambiamento climatico? Come possiamo ancora credere a S. Nicolò e ai suoi Krampus se li vediamo in giro anche a ferragosto? Chi o cosa sostituirà la neve? Scieremo sulle polveri sottili? Sono solo alcune delle domande che ci siamo posti a TBNS (Trentino Brand New Society), ad ottobre scorso, ma che ci vedrà impegnati a breve nella seconda parte di questo meraviglioso e fantamirabolante stage\confronto\workshop\bicchierata\scoperta. Quello di seguito è il nostro treefistante intervento, fatto principalmente d' immagini, in collaborazione con il sempre vergine Cantautore ed Artista Noneso Felix Lalù, vergine nel senso delle idee, e con la Responsabile della comunicazione e dell'identità culturale di Centrale Fies, Virginia Sommadossi, lei le idee invece le ha più chiare, ma si confronta con noi "boci" per pura misericordia. Un grazie anche a tutti i partecipanti, circa 20, sono troppi per elencarli tutti, anche perché non ricordo il nome di tutti, ma grazie ad ognuno di loro i tasselli sono stati composti per creare nuove idee, in parte soluzioni, magari utopie, magari no, per una visione meno distorta, e in parte risorta, di un Trentino contemporaneo fatto di contraddizioni visibili alla luce del sole...perché sapere che esiste il brutto è meglio, serve per far risaltare meglio il bello...se viene sepolto rischiamo di rendere il tutto troppo piatto, e non siamo in pianura. Un grazie a chi ci ha portato esempi, metodo ed idee per gestire il nostro lavoro:MAFE DE BAGGIS,ROBERTA SEGATA,LUCA MELCHIONNA,STEFANO CECI,VIRGINIA SOMMADOSSI ed ELISA DI LIBERATO. p.s.Tutto il progetto lo potete visionare qui: https://www.trentinobrandnew.net/ Di seguito quasi tutto quello che è stato "scartato", momentaneamente, perchè troppo, perchè non consono, perchè brutto,perchè erano finiti i soldi per farci qualcosa, perchè non politically correct, perchè ...perchè? Pubblicheremo un' immagine alla volta, così da non ingozzarvi troppo...
"Dolomites Revolution"
Ovvero come sfatare i DOLO-miti.
Le prime scarpette moderne per l'arrampicata non furono inventate dalle genti Dolomitiche,
furono importate da Roma, in realtà furono adattate/trasformate, non proprio importate.
Fu Pierluigi Bini, arrampicatore creativo romano, uno dei primi, forse il primo ad andare controcorrente, non soffriva lo stile CAI, e nemmeno gli scarponi da montagna, erano scomodi, vuoi mettere "na Superga?"
La prima immagine è dedicata a lui e alle Dolomiti che lo fecero crescere negli anni 80.
Credo che avere una montagna sopra casa ti aiuti a capire molte cose, perchè a differenza della pianura puoi andare lassù e controllare lo stato delle cose. Glurnser Kopfl, mattina post finissage di FRèL 2.0...e di TERRITOYS. Sgambata di 1400 mt con Chiara Bongiorno, Adrian Luncke che da curatore di GLURNS IM GLUCK ha cercato di misurare la felicità di Glorenza, Ingrid Dietl che mi ha aiutato con SCHURZ B-side, il lato b della cultura contemporanea, Il buon Fritz e la moglie... Da quassù riesci a veder tutta la curva della Vinschgau...l'OberVinschgau a sinistra, ricoperta dalle molteplici forme e sfumature di verde dovute ai tagli diversificati del fieno, i marroni dei campi, i gialli del grano, qualche verde scuro della Monocultura che avanza...a destra, la Vinschgau...dapprima i colori si mischiano al verde scuro dei teloni antigrandine, pocodopo i prati si contano sulle dita di una mano, più si scende verso la Etschtal più il verde scuro domina, ora è anche racchiuso in quadratoni ben definiti, dei contenitori sterili ed uniformi. L' Obervinschgau si è salvata fin ora dalla monocultura grazie allo Vinschger wind, un vento che dal Resia soffia quasi di continuo rendendo questo territorio molto asciutto e freddo, terreno non ideale per le mele...ma la storia è cambiata, nuove mele sono state sottoposte al terreno e sembra che possano resistere...la monocoltura e la sua impronta sul territorio e la sua cultura arriverà fin lassù...fino ai confini del lago di Resia...forse dico io...a difesa di tutto il loro patrimonio ci sono contadini come Markus Hefner, che cercano di resistere alla monocultura e alle multinazionali diversificando il lavoro per mandare avanti un' azienda zootecnica che con i prezzi del latte attualmente in vigore fatica a galleggiare, ma quanti come lui resisteranno?...giù nella "bassa" hanno trasformato le stalle: "con sei ettari di terreno non si vive più, bisogna piantare mele se vogliamo sopravvivere!" Sopravvivere è quello che vorrebbero anche i membri di Hollawint, un gruppo di abitanti di Malles, roccaforte dell'anti mela delle multinazionali, che sta tentando di salvare il salvabile facendo campagna anti Monocoltura ma soprattutto anti pesticidi e diserbanti...Glifosato in primis...unica pecca è che la stanno facendo solo in tedesco, il mio prof delle superiori mi disse che essere bisessuale ti dava il doppio delle possibilità di fottere...bè io sarei veramente felice che loro riescano a fottere la monocultura...magari anche tramite il GAP Glurns Art Point Glorenza... p.s. io la palla l'ho alzata, speriamo che qualcuno faccia la schiacciata e segni il punto. Detto questo, che è quello che ho capito io, ringrazio i miei compagni di avventura curatoriale di FRèL, gli artisti Roberta Segata, fine indagatrice dell anima dei Venostani riportata in immagini e parole, meno estetiche del solito ma più incisive, Hannes Egger, contropallato artista che c'ha messo la faccia nel video al fine di far riflettere i suoi interlocutori su monocultura ed "essere" parte di questa monocultura. Ed ora il Gap: Kunigunde Weissenegger che ha creduto nel progetto fin da subito, anzi, dopo una serata al Muflone Rosa dove l'ho sfinita col mio progetto...la sua carica mi da sempre una mano per cercare di fare meglio. grazie a Juhoi Frank che del Gap è stata la più presente, fisicamente, durante il progetto, e per questo a volte l'avrei uccisa...e lei avrebbe ucciso me...ma ci siamo compensati bene credo :) grazie pure a Andy Tappeiner col quale non ho instaurato un grandissimo rapporto, forse la sua diffidenza verso il progetto causata da lotte intestine interne, credo, non ha fatto in modo di far crescere il progetto... però mi ha aiutato in altri modi grazie a Vere Malfertheiner, che di burocrazia si occupa ma di arte si nutre.
Per quanto riguarda gli ospiti di Territoys posso solo dire che Virginia Sommadossi è sempre una bomba perchè portatrice sana di cultura contemporanea, Anna Quinz, che di solito mi squadra dalla testa ai piedi, mi ha stupito sia in termini di idee che di spontaneità, Pierluigi Musarò, del quale devo ringraziare Valentina Musmeci per averlo portato fin lassù, mi ha aperto gli occhi su molti aspetti positivi del turismo (di qualità...s'intenda), Markus Hefner l'ho già ringraziato mille volte per il suo supporto al progetto, prima con Roberta Segata, e poi per aver detto la sua verità sulla situazione "monocoltura" vista da dentro, un grazie anche a Franco Morandini "Panet" Andrea Morandini Panet che si è fatto anche lui due ore di macchina per dire la sua e portare un contributo speciale, lui invitato perchè molto attivo sul territorio che vive, la zona del Puzzone di Moena DOP, di lui non condivido alcune scelte colturali ma la mia stima rimane comunque invariata. UN GRAZIE DAVVERO SPECIALE a Hollawint, portatori sani di cultura e coltura.
Grazie anche a Eve Joos che ci ha aiutati a trovare i contatti per il progetto, a Daniele Capra che ci ha deliziati durante la serata inaugurale con la sua tesi di architettura attiva sul territorio per dare un nuovo volto a Glorenza che ha sempre più case vuote, a Elena Logo Logo Zanon che ha dato un occhio alle caprette mentre ero in trasferta :), alla ditta Bioalpin che ci ha prestato e portato i cassoni di mele per l'allestimento.
PROGRAMM_A FRèL 2.0 VERNISSAGE16.9.2016 Friday 20:00 H 17.9.2016 Saturday 15.00–19.00 H 18.9.2016 Sunday 10.30–13.30 H + 17.00–19.00 H [Palabirasunnta in Glurns] 19.9.2016 Monday 17.00–19.00 H 20.9.2016 Tuesday 17.00–19.00 H 21.9.2016 Wednesday 17.00–19.00 H 22.9.2016 Thursday 17.00–19.00 H 23.9.2016 Friday 10.30–13.30 + 17.00–19.00 H FINISSAGE 24.09.2016 Saturday 15.00–19.00 H \ 20.00 H TERRITOYS public debate about territory and creativity with: Markus
Hafner - Allevatore,
da quaranta anni, della razza Bruna
(bovina), interprete simultaneo per l' EMB a Bruxelles per la tutela dei
produttori di latte in Europa seit
40 Jahren Braunviehzüchter und Dolmetscher beim EMB (European Milk Board), der
europäischen Dachvereinigung von Milchproduzenten aus 17 EU-Ländern und der
Schweiz mit Sitz in Brüssel
Virginia
Sommadossi
– Project
Developer e founder di FIES CORE culture hub e responsabile identità visiva
Centrale Fies Art Work Space
Project
Developer und Gründerin von FIES CORE Culture Hub und
Verantwortliche des Erscheinungsbildes der Centrale Fies Art Work
Space in Dro im Trentino
Anna
Quinz – Cofounder e codirettrice franz (impresa creativa e online magazine multilingue)eJOSEF The Insider’s
Travel Book (libri di viaggio per l’Alto Adige) – more than apples and cows Co-Founder und Co-Direktorin
von franz (kreatives Unternehmen und mehrsprachiges Online-Magazin) und JOSEF
The Insider’s Travel Book (Reisebuch durch Südtirol) – more than apples and
cows
Pierluigi
Musarò – Associate
Professor, Department of Sociology and Business Law, University of Bologna e Presidente
YODA (gruppoyoda.org), Direttore IT.A.CÀ Migranti e Viaggiatori: Festival del
Turismo
Associate
Professor, Department of Sociology and Business Law, University of
Bolognaund
Präsident YODA (gruppoyoda.org), Direktor IT.A.CÀ Migranti e
Viaggiatori: Festival del Turismo (für einen verantwortungsvollen
Tourismus)
Morandini Franco – allevatore di mucche, presidente Puzzone di Moena DOP e biogas Predazzo Viehzüchter
und Präsident der Käsereigenossenschaft Puzzone di Moena DOP und von Biogas
Predazzo
not yet confirmed
Siegfried
de Rachewiltz – Direttore del museo agricolo castel Brunnenburg a Tirol Direktor
des Landwirtschaftsmuseums Brunnenburg in Tirol
Florian
Rizzi – Proprietario società agricola Bio Alpin a Glorenza Inhaber
der Landwirtschaftlichen Gesellschaft Bio Alpin in Glurns ....