mercoledì 23 maggio 2018

trentino brand new-centrale fies

TRENTINO BRAND NEW SOCIETY

Come ridisegnare l'immaginario collettivo del Trenino? hem hem del Trentino? come assecondare i turisti ma allo stesso tempo far loro capire che quello che stanno vivendo spesso è un feticcio, una Gardaland creata specificatamente per loro? Perché siamo costretti a farlo? no dai, veramente...perché? Come crescere con il mito del contadino duro e puro che però innaffia le sue mele della "Bassa" con i veleni, semina le prugne di Drò cinesi e vende gli agnelli ai mussulmani e poi vota Lega? Come farsi sedurre dalle montagne più belle del mondo che però non sono così ospitali come vogliono farci credere? Come credere di credersi e far credere ai creduloni di essere i migliori...in tutto? bè in parte lo siamo dai :). Come ci prepariamo, in termini culturali ed antropologici, e successivamente turistici, al cambiamento climatico? Come possiamo ancora credere a S. Nicolò e ai suoi Krampus se li vediamo in giro anche a ferragosto? Chi o cosa sostituirà la neve? Scieremo sulle polveri sottili? 
Sono solo alcune delle domande che ci siamo posti a TBNS (Trentino Brand New Society), ad ottobre scorso, ma che ci vedrà impegnati a breve nella seconda parte di questo meraviglioso e fantamirabolante stage\confronto\workshop\bicchierata\scoperta. Quello di seguito è il nostro treefistante intervento, fatto principalmente d' immagini, in collaborazione con il sempre vergine Cantautore ed Artista Noneso Felix Lalù, vergine nel senso delle idee, e con la Responsabile della comunicazione e dell'identità culturale di Centrale Fies, Virginia Sommadossi, lei le idee invece le ha più chiare, ma si confronta con noi "boci" per pura misericordia. Un grazie anche a tutti i partecipanti, circa 20, sono troppi per elencarli tutti, anche perché non ricordo il nome di tutti, ma grazie ad ognuno di loro i tasselli sono stati composti per creare nuove idee, in parte soluzioni, magari utopie, magari no, per una visione meno distorta, e in parte risorta, di un Trentino contemporaneo fatto di contraddizioni visibili alla luce del sole...perché sapere che esiste il brutto è meglio, serve per far risaltare meglio il bello...se viene sepolto rischiamo di rendere il tutto troppo piatto, e non siamo in pianura.

Un grazie a chi ci ha portato esempi, metodo ed idee per gestire il nostro lavoro: MAFE DE BAGGIS,ROBERTA SEGATA,LUCA MELCHIONNA,STEFANO CECI,VIRGINIA SOMMADOSSI ed ELISA DI LIBERATO.

p.s.Tutto il progetto lo potete visionare qui: https://www.trentinobrandnew.net/

Di seguito quasi tutto quello che è stato "scartato", momentaneamente, perchè troppo, perchè non consono, perchè brutto,perchè erano finiti i soldi per farci qualcosa, perchè non politically correct, perchè ...perchè? 
Pubblicheremo un' immagine alla volta, così da non ingozzarvi troppo...



"Dolomites Revolution" 

Ovvero come sfatare i DOLO-miti. 
Le prime scarpette moderne per l'arrampicata non furono inventate dalle genti Dolomitiche,
furono importate da Roma, in realtà furono adattate/trasformate, non proprio importate. 
Fu Pierluigi Bini, arrampicatore creativo romano, uno dei primi, forse il primo ad andare controcorrente, non soffriva lo stile CAI, e nemmeno gli scarponi da montagna, erano scomodi, vuoi mettere "na Superga?"
La prima immagine è dedicata a lui e alle Dolomiti che lo fecero crescere negli anni 80.


Per approfondimenti: